Ultimo saluto a Luigi Gerosa

A nome della Fondazione Amadeo Bordiga, porto l’ultimo saluto e il profondo cordoglio dei compagni del Consiglio d’Amministrazione e del Comitato scientifico.

Noi siamo orfani di Luigi: è stato una colonna portante della Fondazione e il suo lavoro ne ha letteralmente scandito la vita, dalla nascita ad oggi.

Luigi era uno studioso rigoroso, serio, voleva sempre andare al fondo delle cose; l’opera che ci ha lasciato ha un grande valore scientifico. Nonostante questo, il suo contegno era sempre modesto, persino schivo.

L’opera principale, che ha occupato la maggior parte dei suoi anni nella FAB, è la pubblicazione degli “Scritti” di Amadeo Bordiga dal 1911 al 1926. Un’opera imponente, in nove volumi, pubblicati in un arco quasi trentennale, dal 1996 – data del primo tomo – al 2021, proprio l’anno del centenario dalla fondazione del Partito Comunista d’Italia.

Ciascun volume è introdotto da un ampio saggio con cui Luigi ha illustrato e inquadrato i molteplici aspetti storici e teorici dell’opera di Bordiga. Un lavoro indispensabile, per la comprensione dei testi e per la loro trasmissione futura, che Luigi è riuscito a portare a compimento.

Un altro lascito prezioso di Luigi alla Fondazione è il lavoro di recupero e sistemazione dell’archivio di Formia. Un lavoro non solo intellettuale, ma molto manuale. Giornate intere, nell’umidità salmastra della casa sul mare di Bordiga, a riesumare, riordinare e archiviare i libri, i periodici, le carte e le veline. Sì, le veline, perché Bordiga, quando scriveva, usava la carta copiativa per imprimere una copia per sé su questo supporto delicato e friabile. Grazie al lavoro di Luigi, abbiamo potuto salvare fisicamente e catalogare il patrimonio archivistico della Fondazione. Luigi ha poi sistemato tutto il materiale nel volume “Archivio della Fondazione Amadeo Bordiga”, sulla base del quale il consigliere Elvezio Lazzaroni ha potuto scansionare e digitalizzare l’intero archivio, mettendolo così definitivamente al sicuro.

Sono molti i ricordi personali che mi legano a Luigi. La sua partecipazione ai convegni della Fondazione, come quello di Formia o quello, più recente, di Milano, nei quali spiccava la sua competenza e vivacità espositiva. Poi certamente gli scambi in occasione della pubblicazione dei suoi lavori, di cui correggevo, insieme ad altri consiglieri, le bozze. Ricordo poi in particolare quando Luigi veniva a Genova, all’Archivio Biografico del Movimento Operaio, dove ha contribuito con centinaia di biografie a un volume sul centenario della Terza Internazionale. Proprio nella tradizione di Bordiga, ha dato voce a tanti anonimi militanti del “nostro partito storico”, come lo stesso Bordiga diceva. Andavamo a pranzo insieme e ricordo la sua giovialità e la facondia dei suoi racconti. Quando dovetti scrivere una voce per quello stesso volume, naturalmente mi rivolsi a lui, e Luigi con grande generosità intellettuale mi offrì il suo tempo e il suo consiglio. Ricordo in particolare una giornata, nella sala di lettura dell’ABMO, dove discutemmo a lungo dei nodi principali, delle fonti, delle varie interpretazioni del tracciato biografico di Bordiga.

Ora aveva appena ultimato la sua ultima fatica “Bordiga legge Marx”, sui “Manoscritti del 1844”. Con l’assenso di Manuela e di Vittorio, la Fondazione sarebbe onorata di pubblicare questo ulteriore prezioso scritto di Luigi.

Il suo esempio di intellettuale rimarrà un riferimento per il lavoro della Fondazione e per la nostra condotta di studiosi.